La malattia di Parkinson.
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio.
La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite “Disordini del Movimento” e tra queste è la più frequente.
I sintomi del Parkinson sono noti da migliaia di anni, il nome è legato però a James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, che per primo descrisse e riassunse gran parte dei sintomi della malattia in un famoso libretto, il “Trattato sulla paralisi agitante”.
La malattia è presente in tutto il mondo e in ogni etnia. Si riscontra in entrambi i sessi, con una lieve prevalenza in quello maschile.
L’esordio della patologia è di media intorno ai 58-60 anni, ma circa il 5 % dei pazienti può presentarlo precocemente tra i 21 ed i 40 anni.
Prima dei 20 anni è estremamente rara.
La malattia di Parkinson. Le cause.
I principali sintomi motori della malattia di Parkinson sono il tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici) e, in fase avanzata, la perdita di equilibrio. Tutti questi sintomi si presentano, nel corpo, in modo asimmetrico.
Il tremore non è presente in tutti i pazienti. All’inizio della malattia, i sintomi spesso non vengono riconosciuti subito, perché si manifestano in modo subdolo, incostante e la progressione della patologia è tipicamente lenta.
Talvolta sono i familiari o i conoscenti che si accorgono per primi di qualche disagio ed incoraggiano il paziente a sottoporsi ad una visita.
La malattia di Parkinson. Gli organi coinvolti.
Le strutture coinvolte nella malattia di Parkinson si trovano in aree profonde del cervello, note come gangli della base, che partecipano alla corretta esecuzione dei movimenti (ma non solo).
La malattia di Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala in modo considerevole. I livelli ridotti di dopamina sono dovuti alla degenerazione di neuroni, in un’area chiamata Sostanza Nera.
Dal midollo al cervello cominciano a comparire anche accumuli di una proteina chiamata alfa-sinucleina. Forse è proprio questa proteina che diffonde la malattia in tutto il cervello.
La durata della fase preclinica (periodo di tempo che intercorre tra l’inizio della degenerazione neuronale e l’esordio dei sintomi motori) non è nota, ma alcuni studi la datano intorno a cinque anni.
La malattia di Parkinson. I principali sintomi motori.
Le cause non sono ancora note. Sembra però che vi siano molteplici elementi che concorrano al suo sviluppo. Questi fattori sono di natura:
La malattia di Parkinson. Genetica.
Circa il 20% dei pazienti presenta una storia familiare positiva per la malattia.
Si stima che i familiari di persone affette da malattia di Parkinson presentino, rispetto alla popolazione generale, un rischio di sviluppare la patologia lievemente superiore.
La malattia di Parkinson. Tossica.
Il rischio della malattia aumenta con l’esposizione a tossine come alcuni pesticidi (il Paraquat) o idrocarburi-solventi (trielina) e per alcune professioni (come quella del saldatore) che espongono i lavoratori a metalli pesanti (ferro, zinco, rame).
Quali sono i principali sintomi motori nel Parkinson?
Tremore a riposo
La maggior parte dei pazienti presenta un tremore che si nota quando la persona è a riposo, cioè quando non compie movimenti.
Rigidità
È un aumento involontario del tono dei muscoli.
La rigidità può essere il primo sintomo della malattia di Parkinson, spesso esordisce da un lato del corpo, ma molti pazienti non l’avvertono, mentre riferiscono una sensazione mal definita di disagio.
Lentezza dei movimenti (bradicinesia e acinesia)
La bradicinesia è un rallentamento nell’esecuzione dei movimenti e dei gesti, mentre l’acinesia è una difficoltà ad iniziare i movimenti spontanei. Gran parte dei pazienti è consapevole della bradicinesia, che viene riferita come sintomo fastidioso, perché rende lentissimi anche i movimenti più semplici.
Disturbo dell’equilibrio
Si presenta più tardivamente nel corso della malattia ed è un sintomo che coinvolge “l’asse del corpo”.
E’ dovuto a una riduzione dei riflessi di raddrizzamento, per cui il soggetto non è in grado di correggere spontaneamente eventuali squilibri.
Disturbo del passo
Si osserva una riduzione del movimento pendolare delle braccia (più accentuato da un lato), una postura fissa in flessione e un passo più breve.
A volte si presenta la cosiddetta “festinazione”, quando cioè il paziente strascica i piedi a terra ed accelera il passo, come se inseguisse il proprio baricentro per evitare la caduta.
Postura curva
Il tronco è flesso in avanti, le braccia sono flesse e mantenute vicino al tronco, anche le ginocchia sono flesse.
Voce
La voce può essere più flebile (ipofonica) o presentare una perdita di tonalità e di modulazione, che porta il paziente a parlare in modo piuttosto monotono.
Deglutizione
I problemi legati alla deglutizione (disfagia) si possono manifestare tardi nel decorso della malattia.