La cura, oggi.
Il Parkinson ad oggi non ha ancora una cura definitiva, ma solo trattamenti che ne mitigano in parte gli effetti.Il trattamento della malattia di Parkinson pone in primo piano la terapia farmacologica anche se, negli ultimi anni, si sono affermate anche varie metodiche chirurgiche, attribuendo sempre più importanza anche alla riabilitazione.
La ricerca scientifica è l’unica speranza di sconfiggere la malattia, oltre ad un’alimentazione sana e controllata, una costante attività fisica e una vita relazionale che non escluda il malato dal tessuto sociale e famigliare, ma lo stimoli ogni giorno a reagire e a non sentirsi solo.
Una cura quindi che non è soltanto farmacologica, ma che prevede l’impegno e il supporto anche umano e professionale, per essere ancora più efficace verso i malati e i loro caregiver.
Esistono nuove cure?
Questa domanda è carica di una notevole componente affettiva, aprendo alla speranza verso una nuova cura risolutrice, o quantomeno più efficace delle precedenti .
Purtroppo questa attesa viene di solito, o almeno in parte, non soddisfatta, in quanto fino ad oggi cure in grado di fare regredire la malattia non esistono, cioè non esiste ancora una terapia che faccia guarire.
La L-Dopa rappresenta sempre il farmaco più efficace per la terapia della malattia, ma la scoperta di una nuova sostanza terapeutica non necessariamente deve fare pensare che sia più vantaggioso ed utile adoperarla, ma va valutata in rapporto alle esigenze del singolo individuo.
La ricerca farmacologica e non solo quella, è sempre attiva, e negli ultimi anni sono state scoperte ed identificate nuove sostanze, che rappresentano un ausilio utile, e che costituiscono un arricchimento della terapia a disposizione del neurologo e del malato.
Farmaci recentemente inseriti sul mercato sono: il Requip RP, il Neupro cerotto, il Mirapexin ER, l’Azilect (rasagilina inibitore MAO) e diverse nuove formulazioni di Stalevo (levodopa/carbidopa/entacapone).
Esistono farmaci per prevenire o rallentare il decorso della malattia di Parkinson?
Ad oggi non esistono farmaci o sostanze in grado di prevenire la malattia di Parkinson.
Modificare il decorso di malattia, rallentandone l’evoluzione è stato l’obiettivo di molti studi negli ultimi vent’anni.
Recentemente è stata studiata una molecola, la rasagilina, utilizzando un protocollo innovativo, con l’intento di dimostrare che questa fosse in grado di modificare il decorso della malattia.
I risultati sono stati positivi: a molecola, utilizzata nella dose di 1 mg al giorno, ha dimostrato di modificare il decorso di malattia. La stessa impiegata al dosaggio di 2 mg al giorno, non ha avuto lo stesso successo.
Pur se i risultati lasciano spazio ad interpretazioni, per la prima volta si è dimostrato che è possibile cambiare il decorso della malattia di Parkinson aprendo la strada a nuove sfide e a nuovi orizzonti.
Esistono dei fattori protettivi nella prevenzione del Parkinson?
Il consumo di caffè proteggerebbe dalla malattia di Parkinson.
Uno studio ha scoperto che chi non consumava caffè aveva un rischio 5 volte più elevato rispetto ai soggetti che bevevano una grande quantità di caffè al giorno.
Meno chiara la relazione con il fumo: non è infatti ancora certo se sia il fumo a proteggere in quanto tale, o se i soggetti inclini a sviluppare la malattia di Parkinson tendano, per qualche ragione ancora non nota, ad evitare il fumo.
Una sana attitudine di vita, attenzione all’alimentazione e molta attività fisica proteggono dalla malattia o ne rallentano il decorso in modo significativo.